“Il cyberBruttismo si vince con la Rete sociale” 3 Dicembre 2015

Il cyberBruttismo è lo specchio digitale delle devianze umane.

UCYBERBRUTTISMO_12299365_1529559794024985_5754934649800698678_nn modo di esistere ai confini della legalità sospeso tra feroci atti di protagonismo e patologiche solitudini. Pensiamo al cyberbullo, al cyberstalker, al giocatore malato, al rabbioso diffamatore web (hater) che spinge all’odio sociale.

Si tratta di fenomeni devianti che, abbandonati a se stessi, facilmente assurgono a veri e propri atti criminali.

L’Internet sociale (es. Facebook) pullula di queste “devianze” a causa della propria info-architettura volta al potenziamento delle logiche del Gruppo (nell’aspetto deteriore: branco) e a favorire l’anonimato.

Non possiamo sottacere la pericolosità della tecnocrazia che governa il web. La Rete è un’infrastruttura tecnologica che agisce secondo gli algoritmi impressi dai gestori. Questi ultimi sono imprese il cui scopo primario è raggiungere un profitto. Pertanto è possibile che il bene sociale non faccia parte dei loro obiettivi. Cosa frutta di più in questo periodo: le scommesse? E allora costruiamo piattaforme di gioco d’azzardo on line.

Queste sono le logiche del business.

Spetta allora alla Società ovvero a tutti noi difendere i nostri figli, le nostre vittime, i nostri valori. Ecco dunque il perché di una Rete sociale dedicata a costruire un’Etica dell’Internet socialmente utile.

Soltanto la Rete sociale composta da tutti i soggetti di prossimità del fenomeno da combattere può funzionare quale elemento di contrasto. Nelle ipotesi di cyberBullismo i soggetti di prossimità sono i genitori, la scuola, gli psicologi, la Polizia Postale, i fornitori di servizi web come Facebook, Google, Yahoo!. Soggetti simili dovranno costruire una Rete sociale anche contro il cyberStalking e contro gli haters digitali.

L’Internet non è né buono né cattivo. Tutto dipende dall’uso che ne viene fatto. La Rete sociale deve promuovere una conoscenza oggettiva del web, insegnando i vantaggi, segnalando i pericoli, costruendo dei modelli etico-culturali condivisi.

In definitiva solo la Rete sociale salva la Rete elettronica.

L’incontro su cyberBruttismo e Etica dell’Internet si propone di fornire consigli utili per difendersi e per prevenire pericoli. Al tempo stesso tuttavia vuole fungere da stimolo al dibattito e alla riflessione su un’ipotesi socialmente utile di Etica dell’Internet. Ben vengano le Netiquette ma l’obiettivo è un altro: produrre modelli etici condivisi la cui logica di utilità sociale venga impressa sotto forma di info-architettura nel web.

Tutto questo grazie al contributo dei cittadini (genitori o altri soggetti di prossimità della potenziale vittima); degli Internet Service Provider; delle Autorità scolastiche; della Polizia Postale; di altre Autorità pubbliche; delle Associazioni dedicate; degli psicologi; dei giuristi e di tutti gli stakeholders del caso.

Evgeny Morozov, arguto sociologo dell’Internet, ha scritto tra gli altri un libro dal titolo “L’ingenuità della Rete. Il lato oscuro della libertà di Internet” che evidenzia un pensiero fondamentale: “Non possiamo delegare il mondo ai tecnocrati”.